Processo a Norimberga
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I ricordi, l’autodifesa e il memoriale di uno dei più importanti funzionari nazionalsocialisti rimette in discussione la liceità del Tribunale di Norimberga, che per la prima volta ignora i fondamenti del diritto, calpestando la regola fondamentale che non ci può essere reato senza che ci sia stata prima una legge che lo configurasse come tale.
I ricordi, l’autodifesa e il memoriale di uno dei più importanti funzionari nazionalsocialisti rimette in discussione la liceità del Tribunale di Norimberga, che per la prima volta ignora i fondamenti del diritto, calpestando la regola fondamentale che non ci può essere reato senza che ci sia stata prima una legge che lo configurasse come tale. I funzionari e i ministri nazionalsocialisti applicavano la legge e in essa non erano codificati i cosiddetti “crimini contro l’umanità”, concepiti dai vincitori americani e sovietici, che di tali crimini erano esperti, come dimostrano i casi di Hiroshima e delle fosse di Katyn.
Importante esponente nazionalsocialista, collaboratore di Goebbels e capo della Divisione stampa e radio del Terzo Reich, Hans Fritzsche (1990-1953) venne arrestato dai sovietici il 2 maggio 1945 e processato dal Tribunale Militare Internazionale di Norimberga con l’accusa di crimini contro l’umanità. Assieme a Hjalmar Schacht e Franz von Papen fu uno dei soli tre imputati che vennero scagionati alla fine del processo di Norimberga.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788894807332 |
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N° pagine | 306 |
Prefazione di | Marco Cimmino |