Australia colonia penale

Australia colonia penale

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Qualunque sia stato il reato che ha condotto qualche sfortunato alla sentenza della deportazione, rimane il fatto che i primi carichi umani che arrivarono in questa terra patirono tanto durante il viaggio stesso da espiare anche il più orribile dei crimini. Molti dei condannati della seconda flotta, per esempio, erano colpevoli di reati non più gravi di quelli per i quali oggi sarebbero stati prosciolti alla prima comparizione. Essi furono imbarcati e mandati in Australia su orribili carcasse, passarono otto mesi di mare in catene nelle stive, spesso immersi nell’acqua sino alla cintura, e quando furono attaccati dalle malattie furono lasciati morire come mosche.

COD: 9791280190901 Categoria:
000

Qualunque sia stato il reato che ha condotto qualche sfortunato alla sentenza della deportazione, rimane il fatto che i primi carichi umani che arrivarono in questa terra patirono tanto durante il viaggio stesso da espiare anche il più orribile dei crimini. Molti dei condannati della seconda flotta, per esempio, erano colpevoli di reati non più gravi di quelli per i quali oggi sarebbero stati prosciolti alla prima comparizione. Essi furono imbarcati e mandati in Australia su orribili carcasse, passarono otto mesi di mare in catene nelle stive, spesso immersi nell’acqua sino alla cintura, e quando furono attaccati dalle malattie furono lasciati morire come mosche. Disgraziati cui vennero negate anche le comuni necessità, come acqua e cibo sufficienti, che frugavano i loro compagni morti o moribondi per entrare in possesso di miserabili cose, anche rubando il tabacco da masticare dalle bocche di chi era già morto. Le morti non venivano denunciate fino a che la presenza dei cadaveri non poteva più essere sopportata per il fetore; una morte non rivelata significava una razione in più da divi- dere tra i disgraziati quasi morti di fame che rimanevano.

Impressionato dall’amore viscerale degli Americani per il loro Paese, William Alfred “Bill” Beatty (1902-1972) decise che avrebbe cercato, tramite il suo lavoro di scrittore e giornalista radiofonico, di suscitare lo stesso orgoglio nazionale nei suoi compatrioti australiani, raccontandone le non sempre raccomandabili imprese.

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A cura di

Matteo Sacchi