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Durante i travagliati anni della guerra civile, l’Autore, convinto della necessità di una riconciliazione tra italiani, appoggiò i tentativi, rivelatisi poi vani, di avviare delle riforme che, tra l’altro, avrebbero parzialmente liberalizzato il ruolo della stampa sotto il regime fascista, come viene raccontato in queste pagine drammatiche.
Durante i travagliati anni della guerra civile, l’Autore, convinto della necessità di una riconciliazione tra italiani, appoggiò i tentativi, rivelatisi poi vani, di avviare delle riforme che, tra l’altro, avrebbero parzialmente liberalizzato il ruolo della stampa sotto il regime fascista, come viene raccontato in queste pagine drammatiche.
“Alle stragi orrende, ai solitari supplizi, alle faziose persecuzioni continuate dopo il 25 aprile dell’anno della sconfitta, è seguita la volgare diffamazione degli uomini e delle cose della Repubblica Sociale Italiana. All’unisono con la stampa straniera, giornali e libelli si accanirono nell’offendere la memoria dei morti e l’onore dei superstiti tratti in galera, insistendo per anni in un monotono stillicidio di falsità e di luoghi comuni.
Ma gli storici futuri non potranno contemplare la verità se non quando i protagonisti della vicenda avranno prodotto le loro testimonianze che ormai si succedono, nel natura- le evolversi del clima morale, attraverso i diari, i memoriali e i libri il cui valore non sfugge al pubblico interesse, benché non manchino giusti rilievi critici.
Ho ripercorso il tempo della Repubblica Sociale per fissare le cose viste e compiute al centro e alla periferia, per ricordare sacrifici e contrasti, grandi e piccole figure quali mi apparvero nella successione delle vicende e nelle caratteristiche dell’ambiente, senza falsare la rappresentazione e l’interpretazione necessariamente soggettiva. Più ancora che alla memoria, mi sono affidato a documenti; ma se qualche involontario errore, anche minimo, venisse rilevato, sarò lieto di prenderne atto, poiché è soprattutto la realtà dei fatti che importa accertare.”
Giorgio Pini (1899-1987) fu politico, giornalista e scrittore. Partecipò sia alla Prima sia alla Seconda guerra mondiale e, dopo l’armistizio del 1943, aderì alla R.S.I., durante la quale di- resse “Il Resto del Carlino” e ricoprì incarichi governativi.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9791281704138 |
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Prefazione di | Claudio Siniscalchi |