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La prima metà del Novecento, con le due guerre mondiali, è dominata dalla Grande Storia e caratterizzata da una “guerra civile trentennale”, secondo la definizione di Ernst Nolte, che ha coinvolto tutto il Vecchio continente, e alla cui conclusione l’Europa è scomparsa dalla scena mondiale come insieme di potenze di prima grandezza.
09 Ne è derivato uno sconvolgimento dell’ordine internazionale, da cui l’Italia – Nazione che vanta radici storiche e culturali millenarie, ma una breve vita come Stato unitario – è uscita vincitrice a fatica nella prima fase, mentre è stata travolta da una catastrofe distruttrice nella fase conclusiva. L’implosione dell’Unione sovietica, alla fine del secolo scorso, ha indotto alcuni storici e politologi a ritenere che si fosse di fronte alla “fine della Storia”, almeno nel senso drammatico del secolo precedente, e a una vittoria epocale dell’Occidente.
Questa illusione è rapidamente svanita e la Grande Storia ha rioccupato prepotentemente la scena mondiale con il riproporsi di guerre di varia natura e durata, rendendo sempre più necessario il recupero di una riflessione storica di lunga prospettiva per orientarsi nell’analisi dei conflitti che caratterizzano il nostro tempo. Come sempre e forse oggi ancora di più: conoscere il passato si rivela essenziale per orientarsi nel caos attuale.
Aldo Giovanni Ricci, già Sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato e docente di Storia contemporanea presso l’Università Marconi di Roma. Membro dell’Accademia Pontificia di Belle Arti e Lettere. Tra le sue monografie più recenti: La Repubblica. L’aspirazione secolare a governarsi da sé, Il Mulino, 2001; Lucio Colletti, Ideazione editrice, 2004; Obbedisco. Garibaldi eroe per scelta e per destino, Palombi 2007; La rinascita dei partiti in Italia.1943-1948, Nuova Cultura, 2008; La breve età degasperiana. 1948-1953, Rubbettino, 2010; Marx tra formule, dialettica e profezie, Palombi, 2013.
Informazioni aggiuntive
Prefazione di | Ernesto Galli della Loggia |
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